Pieve di Santa Maria in Castello detta la Sagra
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49 bidrag
apr. 2023 • Par
Meravigliosa, gratis, controllate gli orari xche è gestita da un"associazione. Generalmente aperta di mattina. Chiesa longobarda, scrigno di affreschi, tombe, tenuta benissimo, gli addetti molto felici di ricevere domande, molto preparati, non è stata rovinata dal sisma del 2012
Skrevet 29. april 2023
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Tommaso612
Roma, Italia517 bidrag
apr. 2022
In epoca altomedioevale, nell’area oggi ove oggi trova il Piazzale Re Astolfo, sorgeva un antico luogo di culto cristiano. Nel XII secolo, sulle rovine di questo edificio, fu costruita una chiesa in stile romanico consacrata a Maria Vergine, alla quale fu affiancato un massiccio campanile. Circa quattro secoli dopo la chiesa fu parzialmente rielaborata in linee rinascimentali, su disegni dell’architetto Baldassarre Peruzzi; nell’occasione le dimensioni della chiesa furono notevolmente ridotte. Altre modifiche furono apportate sul finire dell’Ottocento.
La facciata della chiesa è divisa in tre parti da due grandi paraste a capitello corinzio (le paraste sono finti pilastri appena sporgenti dalla parete, privi di funzione portante, realizzati al solo fine estetico). Altre due paraste più piccole delimitano le estremità della facciata. L’unico ingresso è incorniciato in un bel portale originale romanico decorato a motivi vegetali, sulla cui lunetta è riprodotta in bassorilievo una pregevole “Crocifissione”: la scena, mostrata con il crudo e ingenuo realismo tipico dell’arte medioevale, è dominata dalla figura di Cristo angariato da due militari romani, uno con la lancia (evidente riferimento a Longino) l’altro con la spugna imbevuta d’aceto; a sinistra compare Maria Vergine e sulla destra san Giovanni, a loro volta fiancheggiati da altri due personaggi non specificati. Alla base della scena un’iscrizione in latino volgare inneggia al Redentore. La lastra marmorea che sovrasta l’ingresso celebra invece il restauro rinascimentale, portato a termine nel 1515 (MDXV). Tre arconi ciechi, ognuno con un oculo al centro, e un semplice timpano completano la decorazione della facciata. Altre arcate cieche decorano le pareti laterali dell’edificio.
Le cospicue dimensioni del poderoso campanile a pianta quadrata, alto quasi 50 metri, contrastano notevolmente con la piccola chiesa. Probabilmente esse erano più proporzionate all’edificio medioevale della chiesa, ben più grande di quello attuale. I due livelli più alti della torre sono arieggiati da una armoniosa bifora per lato. Al posto della cuspide c’è una minuscola torretta cilindrica sormontata da un cupolino.
L’interno della chiesa (a tre navate e tre absidi) ospita una serie di affreschi risalenti al XII secolo, che sino alla fine dell’Ottocento erano rimasti coperti a causa dei rifacimenti d’epoca rinascimentale. Alcuni sono allo stato frammentario; altri, invece, in esito a un’iniziativa piuttosto discutibile, furono integrati durante il secolo scorso e oggi risultano falsamente lindi e pinti. Le cappelle laterali sono decorate da affreschi del Quattrocento e del Cinquecento. Notevole il sontuoso sarcofago in marmo e pregevoli bassorilievi che custodisce i resti del capitano di ventura Manfredo Pio, divenuto signore di Carpi agli inizi del XV secolo. Al di sotto dell’edificio sono emersi alcuni resti di una domus romana, risalente forse al I secolo dopo Cristo. Com’è ovvio, dalla cima del campanile si gode un eccellente panorama della cittadina e dei dintorni.
La Pieve di Santa Maria in Castello, la più antica della cittadina, è popolarmente detta “La Sagra” (antica variante della parola “sacra”). Il termine “pieve” indicava nel Medioevo una circoscrizione ecclesiastica cui faceva capo una chiesa rurale, o una chiesa comunque distante dal centro storico di una città; il vocabolo passò poi ad indicare l’edificio vero e proprio. La locuzione “pieve” è oggi caduta in disuso (in suo luogo si usa infatti il termine “parrocchia”) ma essa è tuttora presente in molti antichi toponimi della Penisola.
La facciata della chiesa è divisa in tre parti da due grandi paraste a capitello corinzio (le paraste sono finti pilastri appena sporgenti dalla parete, privi di funzione portante, realizzati al solo fine estetico). Altre due paraste più piccole delimitano le estremità della facciata. L’unico ingresso è incorniciato in un bel portale originale romanico decorato a motivi vegetali, sulla cui lunetta è riprodotta in bassorilievo una pregevole “Crocifissione”: la scena, mostrata con il crudo e ingenuo realismo tipico dell’arte medioevale, è dominata dalla figura di Cristo angariato da due militari romani, uno con la lancia (evidente riferimento a Longino) l’altro con la spugna imbevuta d’aceto; a sinistra compare Maria Vergine e sulla destra san Giovanni, a loro volta fiancheggiati da altri due personaggi non specificati. Alla base della scena un’iscrizione in latino volgare inneggia al Redentore. La lastra marmorea che sovrasta l’ingresso celebra invece il restauro rinascimentale, portato a termine nel 1515 (MDXV). Tre arconi ciechi, ognuno con un oculo al centro, e un semplice timpano completano la decorazione della facciata. Altre arcate cieche decorano le pareti laterali dell’edificio.
Le cospicue dimensioni del poderoso campanile a pianta quadrata, alto quasi 50 metri, contrastano notevolmente con la piccola chiesa. Probabilmente esse erano più proporzionate all’edificio medioevale della chiesa, ben più grande di quello attuale. I due livelli più alti della torre sono arieggiati da una armoniosa bifora per lato. Al posto della cuspide c’è una minuscola torretta cilindrica sormontata da un cupolino.
L’interno della chiesa (a tre navate e tre absidi) ospita una serie di affreschi risalenti al XII secolo, che sino alla fine dell’Ottocento erano rimasti coperti a causa dei rifacimenti d’epoca rinascimentale. Alcuni sono allo stato frammentario; altri, invece, in esito a un’iniziativa piuttosto discutibile, furono integrati durante il secolo scorso e oggi risultano falsamente lindi e pinti. Le cappelle laterali sono decorate da affreschi del Quattrocento e del Cinquecento. Notevole il sontuoso sarcofago in marmo e pregevoli bassorilievi che custodisce i resti del capitano di ventura Manfredo Pio, divenuto signore di Carpi agli inizi del XV secolo. Al di sotto dell’edificio sono emersi alcuni resti di una domus romana, risalente forse al I secolo dopo Cristo. Com’è ovvio, dalla cima del campanile si gode un eccellente panorama della cittadina e dei dintorni.
La Pieve di Santa Maria in Castello, la più antica della cittadina, è popolarmente detta “La Sagra” (antica variante della parola “sacra”). Il termine “pieve” indicava nel Medioevo una circoscrizione ecclesiastica cui faceva capo una chiesa rurale, o una chiesa comunque distante dal centro storico di una città; il vocabolo passò poi ad indicare l’edificio vero e proprio. La locuzione “pieve” è oggi caduta in disuso (in suo luogo si usa infatti il termine “parrocchia”) ma essa è tuttora presente in molti antichi toponimi della Penisola.
Skrevet 16. juli 2022
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giuseppe m
San Giovanni in Persiceto, Italia667 bidrag
okt. 2019
Abbiamo visitato questa antica Pieve e un gentile e competente volontario locale ci ha ben spiegato molti episodi legati a questo monumento e alla storia di Carpi. Un ringraziamento a lui e all'associazione a cui appartiene.
Skrevet 8. oktober 2019
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Andrea Manicardi
Carpi, Italia291 bidrag
jul. 2019 • Par
Si tratta piu propriamente di una Cappella. La piu antica di Carpi (credo risalga addirittura al 1100 d. c.) Una minuscola chiesetta medievale dal sapore veramente evocativo, splendida nella sua semplicità eternamente affascinante. Utilizzata da molti carpigiani per celebrare le proprie nozze in una cornice raccolta, intima ,a straordinariamente scenografica.
Skrevet 15. juli 2019
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Liz_Luca
City of San Marino, San Marino1 514 bidrag
jun. 2019 • Par
A vederla dall'esterno sembra antica, ma non avrei mai detto che le sue origini risalissero all'ottavo secolo. Nel portale e nei capitelli si trovano alcune analogie con il duomo di Modena, mentre all'interno si possono ammirare alcuni stupendi affreschi perfettamente mantenuti.
Uscendo nel cortile vicino alla torre è possibile vedere ancora i resti della domus romana che sono serviti da fondamenta.
Noi abbiamo avuto la fortuna di incontrare un volontario / custode che ci ha raccontato molti interessanti dettagli sulla storia dell'edificio.
Da non perdere
Uscendo nel cortile vicino alla torre è possibile vedere ancora i resti della domus romana che sono serviti da fondamenta.
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Da non perdere
Skrevet 10. juni 2019
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Enrico G
2 bidrag
jun. 2019 • Par
La piccola chiesa della sagra è uno scrigno di affreschi del 300-400 del tutto inaspettati. Anche la struttura della chiesa è curiosa, poiché è stata nettamente ridimensionata accpr iando la navata nel 500, mentre a fianco è rimasto un mastodontico campanile. Se passate da Carpi è da non perdere.
Skrevet 4. juni 2019
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MarcoBottura
Soliera, Italia116 bidrag
mai 2019 • Alene
La "Pieve di Santa Maria in Castello" di Carpi (MO) è una base missilistica di origini romane, come dimostra il possente razzo-campanile e l'antica pavimentazione "a spina di pesce" dell'originaria "domus" romana scoperta nella cripta (inaccessibile).
Tutto l'apparato romanico-religioso dei secoli successivi, dai Longobardi alla signorìa dei Pio, esalta il lato oscuro dell'antico popolo conquistatore: le spade insanguinate della "strage degli innocenti", che si possono vedere affrescate sulla volta; il mucchio delle teste decapitate dei "dotti" malauguratamente convertiti al cristianesimo da una certa Caterina d'Alessandria e, infine, l'eroe "Longino" il quale, scolpito nella lunetta del portale d'ingresso, trafigge con una lancia il costato di un eversivo della prima età imperiale.
Tuttavia il vero punto di forza della struttura è appunto la torre campanaria, possente, sproporzionatamente enorme, che ancor oggi si staglia nel cielo come un missile intercontinentale, pronto a partire, con i suoi 600.000 mattoni, contro qualche impero nemico.
Tutto l'apparato romanico-religioso dei secoli successivi, dai Longobardi alla signorìa dei Pio, esalta il lato oscuro dell'antico popolo conquistatore: le spade insanguinate della "strage degli innocenti", che si possono vedere affrescate sulla volta; il mucchio delle teste decapitate dei "dotti" malauguratamente convertiti al cristianesimo da una certa Caterina d'Alessandria e, infine, l'eroe "Longino" il quale, scolpito nella lunetta del portale d'ingresso, trafigge con una lancia il costato di un eversivo della prima età imperiale.
Tuttavia il vero punto di forza della struttura è appunto la torre campanaria, possente, sproporzionatamente enorme, che ancor oggi si staglia nel cielo come un missile intercontinentale, pronto a partire, con i suoi 600.000 mattoni, contro qualche impero nemico.
Skrevet 10. mai 2019
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115Marisa
Carpi, Italia9 bidrag
mai 2019 • Alene
Un’opera d’arte un esempio del tempo passato . Di una bellezza indescrivibile . La visita accompagnata da personale preparato
Skrevet 8. mai 2019
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Ginetto
Ponzano Veneto, Italia2 391 bidrag
des. 2018 • Familie
Questa chiesa risale alla metà del VIII sec. ma fu ricostruita nel XII in stile romanico.
Ha una semplice facciata con il portale originario del 1100 e quello che risalta di più è l'alto campanile del XIII sec. che si eleva al suo fianco.... sproporzionato rispetto ad essa.
All'interno ho ammirato resti di affreschi del 1200, il sarcofago di Manfredo Pio, il bel pulpito e la cappella affrescata di San Martino.
Ha una semplice facciata con il portale originario del 1100 e quello che risalta di più è l'alto campanile del XIII sec. che si eleva al suo fianco.... sproporzionato rispetto ad essa.
All'interno ho ammirato resti di affreschi del 1200, il sarcofago di Manfredo Pio, il bel pulpito e la cappella affrescata di San Martino.
Skrevet 28. februar 2019
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#Martina#
Carpi, Italia50 bidrag
nov. 2018
Pur essendo di Carpi non ero mai stata dentro a questa magnifica Pieve.
Mi sono subito innamorata della sua storia e della sua composizione grazie alle parole della guida che ci ha accompagnato in questa scoperta.
Quindi grazie a Luca Verrini.
Consiglio a tutti di visitarla.
Mi sono subito innamorata della sua storia e della sua composizione grazie alle parole della guida che ci ha accompagnato in questa scoperta.
Quindi grazie a Luca Verrini.
Consiglio a tutti di visitarla.
Skrevet 23. februar 2019
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